Psicologia, Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale Centro di Schema Therapy EMDR e Mindfulness ad Arezzo

Paura dell’acqua

Mio figlio ha paura dell’acqua!

 

acqua

 

Durante il periodo estivo, più che in ogni altro momento dell’anno, i nostri bambini possono diventare amici dell’acqua.. per qualcuno è molto naturale per qualcun altro lo è molto meno.. Quando un bambino fatica a prendere confidenza con l’acqua può manifestare paura e resistenza ad entrare in piscina o al mare.. a volte addirittura dimostrano il timore di mettere un piedino nell’acqua e per questo evitano con tutta la forza di togliersi le scarpe..

 

Perché hanno paura dell’acqua ?

 

La Paura è una delle emozioni di base della specie umana che ha permesso all’essere umano di sopravvivere fino ad oggi, quindi non è sbagliata, anzi è molto importante..

L’origine della paura dell’acqua può essere dovuta ad un’esperienza negativa che il bambino ha vissuto direttamente o che ha visto vivere a qualcun altro.. o ancora “sentito” vivere da qualcun altro nelle occasioni di vicinanza all’acqua.. un esempio esplicativo può essere quella di una persona molto vicina (un genitore, uno zio, un amico o un nonno.. ecc..) che ogni volta che si va al mare manifesta in modo evidente la paura perché ritiene la situazione molto pericolosa (anche attraverso frasi del tipo “oddio! Attento lì non si tocca.. poi se affoghi soffochi!!!” “io ogni volta che mi avvicino all’acqua mi sento male..” ecc..).

In altre situazioni può essere dovuta alla naturale paura dell’ignoto.. infatti come premesso non è così frequente per un bambino avere a che fare con l’acqua come accade nel periodo estivo e il semplice contatto con l’acqua può far sentire il bambino in pericolo perché la situazione è nuova.

Cosa fare?

  1. Riconoscere e gestire le nostre emozioni: quando i nostri figli fanno fatica a fare qualcosa.. possiamo provare diverse emozioni: paura, rabbia, frustrazione, senso di inadeguatezza, ecc.. il primo passo per aiutare i nostri figli è quello di distinguere le nostre emozioni dalle loro e gestirle… solo successivamente riusciremo ad aiutarli come vorremmo..
  2. Accogliere la paura del bambino: far sentire ai nostri bambini che non è sbagliato aver paura e che lo capiamo lo farà calmare..
  3. Infondiamogli sicurezza con la nostra presenza in assenza di giudizio:  il nostro compito non è giudicare se nostro figlio sa nuotare, è una schiappa o un fifone, il nostro compito è farlo sentire sicuro in una situazione che teme di non riuscire ad affrontare …abbracciamolo, se vuole, e diciamogli che sappiamo che ha paura e che lo aiuteremo noi..
  4. Osserviamo e riconosciamo i piccoli progressi con grande enfasi: abbassiamo i nostri standard al loro livello.. se noi pensiamo che l’obiettivo sia insegnargli a nuotare .. per loro l’obiettivo è davvero difficile e adeguarsi al nostro standard creerà solo ulteriore ansia al bambino, perché dovrà combattere con la sua paura e con la paura di non essere all’altezza delle aspettative del genitore.. allora spostiamoci nella loro prospettiva e se non mettevano un piedino nell’acqua e mettono un dito facciamo sentire loro il nostro orgoglio e la nostra gioia, con elogi verbali eloquenti “bravo!!!! Sono fiero di te.. sei il mio campione!!! Batti cinque!!”
  5. Aspettiamo che ogni passo sia consolidato e che il bambino si senta sicuro: per riconoscere se il nostro bambino si sente sicuro.. osserviamolo, le sue espressioni del viso, i suoi movimenti, il suo sorriso, ce lo faranno capire..
  6. Accompagnamolo verso il passo successivo credendo noi per primi che ce la farà :mostriamo ai nostri figli come si fa e magari diciamo loro che per noi non è stato facile per niente e che sappiamo che è faticoso.. ma crediamo in loro.. e siamo sicuri che con i loro tempi (che sono diversi dai nostri) ce la faranno!

Infine ricordiamoci sempre di sorridere teneramente, di non ridicolizzarli prendendoli in giro, di ricercare il contatto fisico e di fare tutto questo in modo giocoso.. è una grande occasione di crescita per la relazione genitore- figlio.. durante la quale i figli possono davvero insegnarci tanto!

 

Dott.ssa Cristina Jacchia

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