Psicologia, Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale Centro di Schema Therapy EMDR e Mindfulness ad Arezzo

Insonnia

insomnia

Cos’è l’insonnia?

L’insonnia è un problema molto diffuso che può avere, a lungo andare, un impatto molto negativo nella vita di un individuo. Chi ne soffre può fare particolare fatica ad addormentarsi oppure riesce ad addormentarsi facilmente ma si risveglia durante la notte non riuscendo a riprendere sonno. Altre volte ancora il problema è costituito da risvegli al mattino troppo presto.

In un caso o nell’altro, quello che accade è che la persona comincia a sviluppare sempre maggiore preoccupazione rispetto al fatto di non riuscire più a dormire e alle conseguenze nella vita di tutti i giorni che il cattivo riposo può comportare. Chi soffre d’insonnia comincia perciò ad andare a letto agitato col pensiero di non riuscire ad addormentarsi facendo ancora più fatica ad addormentarsi. Così mentre si rigira sul letto cercando di prender sonno senza riuscirci, comincerà a preoccuparsi su come affrontare la giornata che verrà. Reso esausto da questa lotta con il sonno, magari si addormenterà solo qualche ora prima che la sveglia suoni. Così costretto ad alzarsi affronterà la giornata e i rapporti con gli altri con tensione, ansia e scoramento, si sentirà stanco e frustrato dalle difficoltà che troverà nel lavoro nello studio o in qualsiasi altra attività quotidiana.

Presto il riuscire o meno a dormire diventerà un ossessione occupando gran parte dei pensieri della giornata e della notte diventando la preoccupazione centrale della sua vita.

 

Quanto è diffusa l’insonnia?

L’insonnia è una condizione molto diffusa: si stima che circa un terzo della popolazione nei paesi industrializzati abbia presentato, almeno una volta nella vita, un disturbo del sonno e tra questi il 10% ha avuto problemi di insonnia. In Italia l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) in collaborazione con i Medici di Medicina Generale hanno condotto una importante indagine, denominata “Progetto Morfeo”, con l’obiettivo di ottenere informazioni sull’epidemiologia dell’insonnia, nei pazienti che si recavano presso gli ambulatori dei medici di famiglia. Su un campione di 3200 soggetti adulti, il 64% riportava problemi di insonnia, e tra questi circa il 40% aveva anche sintomi diurni in associazione a quelli notturni. Il disturbo sembra essere maggiormente presente nelle donne rispetto agli uomini e nei pensionati/disoccupati rispetto a coloro che svolgono una regolare attività lavorativa.

 

Insonnia acuta e insonnia cronica: qual è la differenza?

Ad ognuno di noi è capitato di aver avuto periodi in cui si dorme male. Quando ci capitano situazioni difficili nella vita, una delle prime conseguenze è proprio cominciare ad avere un sonno disturbato. Il sonno è un pò il nostro termometro emotivo. E’ un esperienza comune far fatica a prendere sonno o risvegliarsi durante la notte se stiamo attraversando un periodo di stress, ad esempio se siamo preoccupati per un nuovo lavoro, se siamo in ansia per un problema di salute nostro o di un familiare oppure se abbiamo perso di recente qualcuno. Solitamente però il sonno torna alla normalità una volta superate le difficoltà che ci troviamo ad affrontare. In alcuni casi invece il sonno continua ad essere disturbato anche successivamente diventando un problema a sè. Nel primo caso si parla d‘insonnia acuta o situazionale nel secondo d’insonnia cronica.

 

Quali sono le cause?

L’insonnia può avere molte cause. Può dipendere da fattori medici ad esempio, problemi alla tiroide o di dolore cronico, oppure da un altro disturbo del sonno come le apnee notturne. In altri casi può dipendere da uno stato depressivo o ansioso più generalizzato. Altre volte ancora può essere dovuto ad una cattiva igiene del sonno, abitudini sbagliate e convinzioni errate sul sonno stesso.

 

Come avviene la diagnosi?

Poichè le cause dell’insonnia possono essere molte è necessaria un’approfondita valutazione che permetta di scegliere la cura giusta. Per questo ci avvaliamo di questionari specifici, diari del sonno e se necessario esami medici specialistici (es. polisonnografia) da effettuare in uno dei centri di medicina del sonno sparsi sul territorio. In alcuni casi può essere necessaria anche una valutazione psichiatrica, che è possibile effettuare presso il nostro studio, al fine di prendere in considerazione o meno anche un aiuto farmacologico.

 

Quali sono le terapie più efficaci?

Quando ci troviamo di fronte ad un’insonnia acuta il trattamento più efficace risulta un breve periodo (massimo un mese) di terapia farmacologica insieme a colloqui psicologici di sostegno mirati ad aiutare la persona a superare le difficoltà presenti al momento nella sua vita.

Quando il problema di sonno è più cronicizzato allora la cura più efficace si è dimostrata la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Il trattamento ha solitamente una durata di 6-10 settimane con sedute settimanali singole o di gruppo di circa 1 ora.

Gli obiettivi principali degli incontri sono:

1) fornire informazioni sull’insonnia e sulle basilari norme di igiene del sonno legate allo stile di vita

2) regolarizzare il ritmo sonno-veglia attraverso tecniche comportamentali specifiche

3) insegnare procedure di rilassamento

4) insegnare tecniche di distrazione e di controllo dei pensieri notturni

5) modificare idee errate e atteggiamenti dannosi nei confronti dell’insonnia con l’utilizzo di specifiche tecniche cognitive

6) fornire indicazioni preziose per prevenire le ricadute

La letteratura scientifica riporta che il 70-80 percento delle persone, che seguono un programma di trattamento cognitivo-comportamentale, migliora la qualità del proprio sonno. Solitamente, al termine dell’intervento, le persone riferiscono di avere un sonno più profondo e meno disturbato dai risvegli notturni, inoltre dichiarano d’impiegare la metà del tempo per addormentarsi. Un terzo delle persone diventano dei cosiddetti ‘buoni dormitori’. Solitamente, al termine dell’intervento, sia il tempo che la persona impiega ad addormentarsi, sia quello in cui rimane sveglio nel cuore della notte non supera i 30 minuti. Al termine del trattamento, che prevede anche un programma di graduale sospensione dei sonniferi condotto da personale medico, il 77 percento dei partecipanti risulta non farne piu’ uso.

LETTURE CONSIGLIATE

 

RIFERIMENTI SCIENTIFICI

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