Psicologia, Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale Centro di Schema Therapy EMDR e Mindfulness ad Arezzo

DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’

narcisismo

A CURA DI DOTT. ROSSANO BISCIGLIA

ll Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP) è un disturbo di personalità che presenta caratteristiche cliniche e di trattamento generalmente complesse. Il quadro clinico del disturbo si delinea fondamentalmente su tre aree che riguardano:

1) idea grandiosa di sé riscontrabile nella tendenza a considerarsi superiori agli altri, a comportarsi in modo saccente e presuntuoso perché convinti di essere “persone speciali”;

2) costante bisogno di ammirazione da parte delle persone con cui si entra in relazione. Tali individui saranno idealizzati o svalutati a seconda che riescano a riconoscere lo status di unicità del narcisista.

3) mancanza di empatia, ovvero, l’incapacità di mettersi nei panni degli altri, difficoltà nel riconoscere e validare i desideri e sentimenti degli altri. Esiste un unico punto di vista corretto, il loro.

Se da un lato il disturbo presenta caratteristiche di grandiosità, esiste un altro lato in cui invece emergono sentimenti prevalenti di inferiorità, vulnerabilità e sensibilità spiccata alle critiche. I due lati di superiorità e vulnerabilità spesso coesistono ma il narcisista si sforza quotidianamente di mostrare solo il lato più funzionale per lui: quello della grandiosità. Mostrarsi fragile vorrebbe dire connettersi con quella sofferenza che nel corso del tempo ha imparato a tenere ben nascosta.

Come si manifesta il Disturbo Narcisistico di Personalità?

È frequente che la persona si rivolga allo specialista riferendo un quadro sintomatico caratterizzato da emozioni negative e problemi relazionali indefiniti che solo dopo un’attenta valutazione risultano essere la conseguenza del mancato soddisfacimento di un bisogno di riconoscimento per esempio in ambito lavorativo, sociale o familiare. Tale mancanza genera nella persona sentimenti di fallimento e di inadeguatezza, a volte poco consapevoli, che risultano difficili da gestire e che inevitabilmente intaccano la propria autostima. Il quadro emotivo negativo che ne deriva è frequentemente gestito con resa, contrattacco o evitamento:

  • senso di fallimento;

  • rabbia che può essere rivolta verso se stessi o verso gli altri (maltrattamenti fisici e psicologici, tendenza a colpevolizzare e svalutare l’altro perché non riconosce la sua superiorità o grandiosità);

  • uso di sostanze, gioco d’azzardo, eccessiva attività sessuali o qualsiasi comportamento atto a mantenere la sofferenza il più distante possibile.

Quali sono le cause del disturbo?

La letteratura mette in evidenza diverse cause all’origine del disturbo fra le quali troviamo:

  • Apprendimento: genitori che sostengono e favoriscono un’immagine grandiosa del figlio, o al contrario un ambiente familiare invalidante incapace di fornire al bambino cure e attenzioni, di regolare le sue emozioni e sostenere la sua autostima. Un simile atteggiamento predisporrebbe la persona a divenire autosufficiente e a lottare per ricevere quell’attenzione e ammirazione negata.

  • Un’altra ipotesi è la presenza di famiglie isolate socialmente. Questo potrebbe essere vissuto dal bambino in modo negativo nel confronto con il gruppo dei pari, i quali frequentemente evidenziano ancora di più tale diversità con offese e umiliazioni nei confronti del bambino e della sua famiglia. Il futuro adulto imparerebbe a contrastare questa minaccia all’autostima sviluppando un senso di superiorità.

In cosa consiste il trattamento psicoterapeutico

Ponendo estrema attenzione alla relazione terapeutica la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) classica prevede interventi mirati alla comprensione e alla modificazione di modalità di pensiero disfunzionali, quali il “pensiero tutto o nulla” che si riscontra nella tendenza a considerare cose e persone totalmente positive o totalmente negative. Il lavoro terapeutico è teso a modificare tale pensiero in una forma più sana e coerente con la realtà. Di fondamentale importanza sono gli interventi mirati alla promozione dell’autoriflessività, ovvero la capacità di accedere agli stati interni (ad esempio, pensieri, emozioni) e di capire il nesso tra pensieri, emozioni ed eventi relazionali attivanti; la ricostruzione degli schemi Sé/Altro disfunzionali, la riduzione della tendenza a regolare le proprie scelte solo sulla base di valori o desideri finalizzati all’incremento dell’autostima.

L’esperienza clinica e la letteratura mettono in evidenza come il trattamento del Disturbo Narcisistico di Personalità possa presentare qualche difficoltà se non integrato con approcci che prevedono un allargamento del modello CBT classico. In particolare la Schema Therapy proposta da Jeffrey E. Young propone un modello in cui pone al centro del trattamento il riconoscimento e il soddisfacimento dei bisogni emotivi primari della persona (accettazione, cura, stabilità, sicurezza, limiti realistici, autocontrollo, autonomia etc). Tali bisogni insoddisfatti spingerebbero la persona a sviluppare degli schemi maladattivi precoci che la guidano attraverso pensieri, emozioni, percezioni che sono coerenti con lo schema. Tali schemi sarebbero poi mantenuti dai comportamenti che l’individuo mette in atto nel suo vivere quotidiano. Schemi tipici nel disturbo narcisistico di personalità sono quelli di Deprivazione emotiva, Inadeguatezza, Pretesa, Punizione.

Per maggiori informazioni è possibile consultare l’articolo “Schema Therapy. Un approccio per le difficoltà emotive di lunga durata” all’interno del sito alla sezione News.

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