Desidero premiare la creatività e l’ingegno di un mio paziente che al termine di un faticoso lavoro terapeutico ha sintetizzato con una delicata metafora l’atteggiamento da tenere nel caso in cui i pensieri negativi e l’ansia connessa tornino a fondersi con la nostra persona rischiando di sommergerla ed annegarla. Con l’autorizzazione dell’autore, che per ovvi motivi rimarrà anonimo, condivido con gli interessati “la metafora del fiume”
I pensieri sono come un fiume. quando piove molto, la corrente diventa più rapida e il corso si ingrossa. Cosa fare quando il fiume è in piena?
Non cercare di fermare il corso, richiederebbe uno sforzo sovrumano e, con ogni probabilità verresti comunque travolto.
Non buttarti nel fiume, naufragheresti e verresti trascinato dalla corrente per molti chilometri, prima di approdare nuovamente sulla terraferma, in condizioni pietose.
Siediti sulla riva e attendi che la piena sia passata, non puoi sperare di controllare il fiume, né che lasciarti trascinare non ti faccia male. Mettiti da una parte, osserva…aspetta.